mercoledì 23 maggio 2012

Più poveri e più incazzati

La profezia di Latouche si va avverando. «La crisi - disse lo scorso gennaio il filosofo francese ai microfoni di Servizio Pubblico - potrebbe segnare la fine del capitalismo per come lo conosciamo, a vantaggio di una forma di fascismo che consenta ai ceti alti di mantenere il loro tenore di vita».

Ieri l'Istat ha stimato che quest'anno il prodotto interno lordo subirà una flessione dell'1,5%, per effetto di una contrazione dei consumi pari al 2,1% e una flessione degli investimenti del 5,7 per cento. Poi nel 2013 ci potrebbe essere qualche segnale di ripresa. Intanto ci arriveremo più poveri, infelici ed incazzati.

Tutto questo mentre i parlamentari non ne vogliono sapere di tagliarsi i privilegi, i manager di Stato continuano ad avere stipendi assurdi, i Grandi Patrimoni restano intoccabili. Questa giostrina non potrà durare, il vento spirato alle amministrative è un segnale inquietante per i supporter (sordi) della Casta, vero emblema dell'antipolitica.

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