giovedì 28 giugno 2012

Cinque Stelle condannato all'opposizione. La profezia di Travaglio sarà vera?

Victor Hugo
«L'oppresso che accetta l'oppressione finisce per farsene complice», scriveva Victor Hugo, gran pensatore oltre che drammaturgo e poeta tra i più apprezzati della storia. Cinquant'anni dopo la Rivoluzione Francese manifestò per la prima volta il suo impegno politico. Lui, da riformista convinto, avvertiva che nonostante la caduta della monarchia, in Francia le cose non andavano nella giusta direzione. Così teorizzò l'ineguaglianza sociale e accusò pubblicamente i ricchi che capitalizzavano i loro possedimenti senza riammetterli nella produzione.

Questa premessa è necessaria perché rappresenta una lezione utile a rovesciare la profezia di Marco Travaglio, che attualmente è il giornalista più popolare in Italia grazie ai due milioni di sostenitori incassati tra social network e più in generale tramite il web.
Travaglio in un'intervista al settimanale "Oggi" sostiene questo: «Grillo al governo? Non credo: i poteri forti veri che ci sono in Italia, da sempre garantiti da centrodestra e centrosinistra, non si lasceranno scalzare, s’inventeranno qualche soluzione gattopardesca per vincere ancora».

E ancora: «Su Grillo per ora ho un giudizio positivo, ha dato a tanta gente l’occasione per fare politica e ha messo un freno all’astensionismo. Ora è spaventato. Nel giro di dieci giorni è passato dal 7-8 al 20 per cento. Non saprebbe quale premier indicare, come fare un governo».
Sull'elettorato del Cinque Stelle, Travaglio dice: «Il 20 per cento è roba da cento deputati, ovvio che il M5S dovrà cambiare pelle, porsi il problema delle alleanze, darsi un programma completo, comporre le liste. Grillo non può continuare a rispondere “vedremo”; dovrà rinunciare a idee folli come l’attacco all’euro o la sacralità della Rete. Se vuole avere un successo elettorale uniforme sul territorio, in tv qualche volta dovrà tornarci per arrivare a tutti».

La rivoluzione "politica" ha bisogno di coraggio, tanto coraggio, un pò di buona sorte e forze fresche con teste pensanti diverse da quelle della gran parte dei politici attuali. Il Movimento sta viaggiando in quella direzione. Cambiare la "pelle" significa snaturarlo completamente e deludere una fetta consistente del suo elettorato. Se la rivoluzione "politica" deve avvenire, ben venga il mutamento radicale su cui punta il Cinque Stelle, ma se il Paese vuol vivere nell' "oppressione" e conservare nei prossimi anni logiche clientelari, raccomandazioni a raffica, manager statali superpagati, giochetti dei Poteri Forti ecc, ecc, allora ci resti pure. Ma le conseguenze saranno disastrose.

martedì 26 giugno 2012

Mai come ora è opportuno il SILENZIO STAMPA

L'intervista di Beppe Grillo a Yedioth Ahronot, il più diffuso quotidiano israeliano, ha scatenato la prevedibile marea di polemiche. Il problema non è tanto l'assalto mediatico (era arcinoto che un'intervista del genere fosse cavalcata da chi osteggia il Cinque Stelle) ma i contenuti dell'intervista stessa che rischiano di creare disorientamento all'interno del Movimento.

Grillo può avere ragione o torno sulle sue tesi relative ad Iran e gay, ma in questo momento sarebbe stata opportuna una maggior prudenza, senza magari sbilanciarsi con dichiarazioni così nette su temi altrettanto sensibili. Quando si affrontano in quel modo certi argomenti, basta poco per suscitare scalpore anche tra i propri sostenitori. C'è chi le apprezza e chi invece ne resta perplesso.

Siccome si sta attraversando una fase in cui i partiti si indeboliscono di più ogni giorno (i casi Formigoni e Lusi sono mazzate tremende) e il Governo si sta distinguendo per operazioni discutibili (sopratutto in tema di consulenze...), il Movimento Cinque Stelle se vuol sfondare oltre il muro del 20% deve solo attendere l'evoluzione delle cose. Mai come ora è artefice del proprio destino. Il momento è decisivo e anche le parole andrebbero ponderate.

giovedì 21 giugno 2012

I partiti tornano a far politica... ma sono solo gli effetti del panico a Cinque Stelle...

In due giorni i partiti sono riusciti nell'impresa di fare cose stranissime. E chi se ne frega della coerenza, delle amicizie personali e della casta!!! Come un fulmine a ciel sereno, sono giunti prima il voto sull'arresto di Lusi, poi l'ok in Senato per la riduzione dei parlamentari e l'abbassamento dell'età per essere eletti a Montecitorio.

Un incredibile uno-due che non ha lasciato neppure il tempo di riflettere!!! Ma in realtà, cosa è accaduto? A) Una conversione dei politici sulla Via di Damasco o B) un escamotage, piuttosto disperato, per rosicchiare voti al sempre più arrembante Movimento Cinque Stelle?

Mi verrebbe da sperare e auspicare tanto nell'opzione A, ma sono afflitto da tanti dubbi. Provo a fare mente locale. Prima delle manette a Lusi, ricordo i "sistemi" adottati dalle Camere per votare o meno l'arresto di parlamentari. Faccio alcuni nomi... Tedesco, Milanese, Papa... rievocando le loro storie mi pare di capire che si siano votate o meno le manette a seconda degli opportunismi del momento.

Veniamo al taglio dei parlamentari. Ieri Lega Nord e Pdl inciuciavano per rinviare il voto, oggi arriva il via libera convinto. Mi documento sul web e mi rendo conto, ahimè, che di sforbiciata se ne discute da tempo immemore. E perchè votarla solo ora? Certo, meglio tardi che mai, ma non è che il Cinque Stelle al 20% sta gettando nel panico un'intera classe dirigente che teme di inabissarsi per sempre?

giovedì 14 giugno 2012

La Rete fa paura alla ragnatela dei POTERI FORTI

Nelle pagine dell'interessante Diario pubblicato sull'edizione odierna del quotidiano La Repubblica si parla dei cosiddetti poteri forti. Norberto Bobbio sosteneva che attecchiscono dove lo Stato di diritto è debole. Il professor Guido Crainz evidenzia che dall'inizio della crisi della "repubblica dei partiti", datata anni '70, si intensificarono le ingerenze di alta finanza e industria - principali "poteri oscuri"- nella politica. Una ragnatela di relazioni che negli ultimi quarant'anni si è potenziata fino a diventare fittissima e inestricabile.

Peccato che nessuno degli analisti de La Repubblica (Galli, Crainz, Ceccarelli) offra una soluzione o quanto meno un antidoto su come arginare oligarchie così consolidate nel tempo, che minano il funzionamento di una democrazia vera. Senza addentrarsi nelle motivazione del "silenzio", una cosa è certa: la Rete può svelare molti retroscena occulti che fino a dieci anni fa erano di sola conoscenza delle varie caste che fanno da sponda e serbatoio ai poteri forti.

La Rete è una sentinella che fa paura perchè può far maturare tra i cittadini un profondo sdegno collettivo che è la migliore medicina per combattere, dal basso, queste elite perverse e pericolose che sguazzano nell'oro, condizionano i palazzi del potere, e sopratutto se ne fregano dei cittadini strozzati da una crisi senza precedenti.

lunedì 11 giugno 2012

L'inutile sfida di Renzi, presunto "antipolitico" del Pd

Matteo Renzi
In fondo lo pensano quasi tutti nel Partito Democratico, ma nessuno lo dice espressamente. «A quello lì piace fare antipolitica». «Quello lì» è Matteo Renzi, alias il rottamatore, o presunto tale. Il sindaco di Firenze è stato etichettato dalla vecchia guardia, che ha saldamente in mano il partito, come «demagogo», «gallo», «presuntuoso». Insomma ha tutte le carte in regola per essere equiparato ad un "grillino" in casa del Pd.

Renzi sarà bruciato definitivamente alle primarie, quando il computo delle preferenze appannaggio di Bersani lo surclasserà. E' uno scenario già scritto. Chi vuol tentare di apportare modelli politici alternativi (attenzione, non antipolitici) all'interno del Partito Democratico, è perennemente spacciato e scomunicato dai leader.

A me però sorge un dubbio. Ma Renzi crede davvero in quello che predica? E' davvero uno a cui sta a cuore cambiare le sorti del Pd? O lo fa per ritagliarsi uno spazio (antipolitico) per restare al centro dell'attenzione mediatica e farsi largo in Parlamento e dintorni?

Il sindaco di Firenze è tutt'altro che uno spaesato, a parte le frasi propagandistiche del tipo: «Se i dirigenti del Pd pensano di aver vinto queste elezioni vuol dire che vivono nell’iperuranio» (fonte Corriere della Sera, intervista di Maria Teresa Meli).
Sa che la sua è una battaglia persa, lì dentro. Al di fuori del partito, invece, si stanno aprendo spazi interessanti. E allora perché incaponirsi con l'inutile candidatura alle "primarie"?

mercoledì 6 giugno 2012

Tutti salvi...e Grillo gode

Sergio De Gregorio
Salvo Formigoni, salvo De Gregorio. I partiti stanno facendo il possibile per impennare i consensi del Movimento Cinque Stelle. Più si susseguiranno casi come quelli del governatore lombardo o del senatore pidiellino, più i grillini voleranno in alto.

La rete è impazzita. Sui social network si moltiplicano i tweet e i post di protesta contro le ciambelle di salvataggio offerte ai due politici: sono centinaia i "mi piace", le condivisioni, i commenti. Gli utenti sono fiumi in piena e il Cinque Stelle è visto sempre più 1) come luogo virtuale di aggregazione della protesta, 2) come àncora a cui aggrapparsi.

Bene, la giostra continui pure a girare, la cattiva politica continui pure a fare il suo corso, intanto Grillo gode. Per lui l'estate sarà piena di sole e zucchero...

lunedì 4 giugno 2012

Il boomerang delle liste civiche

Roberto Saviano
Destra, sinistra, centro: tutti ad acclamare le liste civiche. Si moltiplicano ogni giorno le dichiarazioni di noti politici e personalità che, in vista delle elezioni 2013, rilanciano liste apartitiche di supporto ai partiti stessi oppure autonome, modello grillini. Dalla lista Saviano a Italia Futura, da Alba di Ginsborg alla Fiom, dalla lista dei sindaci alla lista Santanchè. Chi più ne ha, più ne metta. 

In realtà un sondaggio diramato da Digis, boccia l'idea delle liste civiche: solo il 35% degli italiani le approverebbe, e 1 su 4 pensa che nascano in funzione anti Grillo. L'82% degli elettori boccia l'idea di una lista Saviano (i sostenitori, invece, proverrebbero in gran parte dal Pd e dal Cinque Stelle); l'89% disapprova la lista dei sindaci modello Emiliano-De Magistris.

Insomma i tentativi di emulazione del Movimento Cinque Stelle non paiono far breccia più di tanto nei cuori degli italiani.  

PS: visto il fiorire delle civiche, che nessuno osa definire antipolitica, per par condicio su tv e giornali sta gradualmente sparendo l'equazione Cinque Stelle=Antipolitica, sostituita da Cinque Stelle=nuova offerta politica

venerdì 1 giugno 2012

Vacanze a Cinque Stelle e disoccupazione record

Preparatevi ad un nuovo ciclone Cinque Stelle. L’estate sarà decisiva per far impennare ulteriormente i consensi del Movimento, magari anche oltre la soglia del 20%. Una grossa arma a favore dei grillini è infatti la selva di settimanali e notiziari on line di gossip che si apprestano a documentare le vacanze tutt’altro che sobrie dei volti noti della politica italiana.

Pensate a quello che è accaduto a capodanno 2012 e amplificatelo all’ennesima potenza. Il notiziario di Virgilio.it riportò con puntualità, ad esempio, le vacanze da sogno alle Maldive di Renato Schifani, Pier Ferdinando Casini e Francesco Rutelli al Palm Beach Resort, dove si paga da 2000 a 4500 euro al giorno; oppure quelle di Giuliano Pisapia in Thailandia in un hotel da 900 euro al giorno; persino Susanna Camusso è stata individuata in un noto resort del Madagascar. 

Il Palm Beach Resort alle Maldive
Pensate a quello che proverà un italiano medio, quest’estate, dinanzi alle immagini dei nostri politici in supervacanze stellari (possibili grazie a stipendioni, benefits vari, doppi e tripli incarichi, ecc…).
Pensate a cosa proverà una persona che oggi non riesce a trovare una ed una sola opportunità di lavoro per costruirsi un briciolo di futuro. (disoccupazione record ad aprile al 10,2%, fonte Istat).

Se la gran parte dei politici facesse politica (agire nell'interesse dei cittadini e delle comunità, anteporre gli interessi della collettività ai propri) e non antipolitica, ben vengano non una ma anche dieci vacanze da sogno!!!

PS: agli anti-Grillo dico di star tranquilli: lui è fin troppo scaltro, sarà pure ricco e avrà le ville, ma su uno yacht in Costa Smeralda o in un resort ai Caraibi non lo vedrete mai, perché, piaccia o non piaccia, ora sta conducendo una battaglia e sta imprimendo una linea alla sua creatura, il Cinque Stelle, cosa che non si vede nè a destra, né al centro, né a ainistra

mercoledì 30 maggio 2012

Se Grillo segue le orme di Blair

Oggi è quanto mai attuale l'allarme che il politologo Ralf Dahrendorf lanciava nel 2006: «i cittadini contano sempre meno nelle decisioni dei parlamenti e dei governi. Le persone non hanno fiducia nei rappresentanti politici, tuttavia si rassegnano nell’indifferenza e questa via prepara derive autoritarie».

Su quest'ultimo pensiero il catastrofismo del politologo, a mio avviso, non è condivisibile (deriva autoritaria evoca nell'immaginario collettivo dittatori e colonnelli…), ma nell'insieme la sua riflessione è interessante sopratutto quando descrive il processo politico nel Regno Unito di Blair.

Secondo Dahrendorf le campagna elettorali condotte da Tony Blair «sono state l’espressione di ciò che potremmo definire l’anti-politica». Blair «è un leader che evita le istituzioni politiche, come partito e parlamento, e si rivolge direttamente alla gente, o, meglio ancora, a focus group scelti come campioni rappresentativi della popolazione. Il primo atto di Tony Blair, all’epoca del suo primo mandato - ricorda il politologo - è stato infatti quello di ridurre i giorni dedicati alle interrogazioni parlamentari da due a uno - atto simbolico ma significativo».

Lui la chiama anti-politica, ma forse andrebbe meglio definita come forma di politica alternativa. Per carità, nessun parallelismo tra Grillo e Blair, ma qualcosa in comune pare proprio che ci sia.

martedì 29 maggio 2012

Indecisi al 45%. Chi li conquisterà?

Durante la trasmissione Porta a Porta, Renato Mannheimer ha diramato un sondaggio sulle intenzioni di voto degli italiani che mette in evidenza due dati: 1) il 45% degli intervistati non sa chi votare; 2) il Movimento Cinque Stelle è il terzo partito e sfiora il 18%.
I dati diffusi a Porta a Porta sono in linea con quelli che più di un istituto demoscopico sta diffondendo nelle ultime settimane.

Il vero nodo è relativo agli indecisi che se oggi rappresentano quasi la metà dell'elettorato, al momento delle elezioni resterebbero comunque attorno al 20-25%. C'è, dunque, un'ampia fetta di potenziali elettori che potrebbe essere intercettata dalle forze che si presenteranno alle urne.

Se il quadro restasse più o meno quello attuale, un indeciso sarebbe più motivato a votare il Movimento Cinque Stelle o uno dei partiti tradizionali? La risposta è più semplice di quanto si possa pensare. I grillini offrono motivazioni di varia natura al potenziale elettore: rappresentano un'idea nuova della politica, candidano una classe dirigente giovane, intercettano il voto di protesta, sono fuori dalle ragnatele dei Palazzi del Potere.

I partiti invece avranno altre priorità. Il Pdl fino all'ultimo dovrà ricollocare il Cicchitto (che ha appena compiuto 20 anni da parlamentare) e il La Russa di turno. Il Pd sarà attento ad accontentare tutte le correnti (veltroniani, franceschiniani, renziani, bindiani, ecc, ecc, ecc…) con candidature mirate e non al passo coi tempi. Casini penserà come al solito a schierare i "portatori di preferenze" cooptati regione per regione...

lunedì 28 maggio 2012

Pirati tedeschi e grillini italiani, c'è voglia di POLITICA NUOVA

Un articolo pubblicato su L'Espresso racconta l'esplosione del Partito dei Pirati in Germania dopo aver attecchito in Svezia e in altri Stati dell'Europa centro-settentrionale. I Pirati del Ventunesimo secolo assaltano i palazzi del potere. predicando valori apparentemente astratti, "Free Internet", "Free Knowledge", "Open Society", però di forte presa soprattutto tra i giovani.

Pirati in festa in Germania
Il politologo Hajo Schumacher spiega così il fenomeno: i cannoni da loro usati (la comunicazione on line, i video-chat su "mumble" o la piattaforma di LiquidFeedback) «stanno sfracellando il sistema dei partiti di massa e rendendo obsolete le categorie di destra e sinistra». Inoltre sono ben radicati sul territorio e puntano a conquistare con proposte chiare e di forte impatto il potere centrale. Secondo Schumacher siamo di fronte «ad un'internazionale dell'antipolitica».

In un altro articolo sui Pirati tedeschi, Virginia Fiume su Il Sole 24 Ore, scrive che «alla Camera dei rappresentanti di Berlino c'è un partito i cui eletti non accettano i biglietti gratis per viaggiare», «un partito in cui la linea programmatica sul meccanismo di stabilità europeo è in continua discussione, così come la decisione sulle "quote rosa" nelle liste elettorali». Quello dei Pirati tedeschi, così come per i grillini in Italia, è un modo nuovo di far politica. Altro che antipolitica. Quella esiste, ma è altrove.

sabato 26 maggio 2012

Ad ognuno il "suo" Movimento

Sono due, a mio avviso, le ragioni che fanno fiorire gli "emuli" del Movimento Cinque Stelle, cioè quei gruppi di persone (spesso noti intellettuali) che da qualche settimana si stanno affannando a presentare nuovi soggetti assimilabili a Movimenti civici.

Ginsborg, fondatore di "Alba"
La sete di tornare a far politica, ma sopratutto la voglia di voltare pagina dopo un periodo pessimo e segnato profondamente dall'avanzata dell'antipolitica, sono i fattori che stanno spingendo queste nuove forme di protagonismo civile.

E così ecco spuntare "Alba" di Ginsborg, la "lista civica nazionale" che metterà insieme a Roma il 27 maggio ecologisti, umanisti, Codifas, ecc.., il manifesto per la Riforma della Politica di Veltri, Beha, Travaglio, che guarda alle elezioni del 2013.

Insomma siamo in un calderone dove ribolle di tutto. Per carità, si tratta di iniziative positive che risvegliano le coscienze della gente, però partono con un handicap di base: la Rete, la condivisione, la Democrazia Digitale. Senza la Rete non si va da nessuna parte. Si resterà meteore, nulla di più.

giovedì 24 maggio 2012

Il rischio che corrono i grillini: ESSERE OMOLOGATI ALLA CASTA

Un'operazione prevedibile e scontata è quella che maturerà da qui alla prossima tornata elettorale: dimostrare che i grillini non sono altro che l'altra faccia della Casta. Quel tipo di Casta venuta su «sfruttando il distacco dai vecchi partiti», alimentata «dalla demagogia e dai comizi al vetriolo di Beppe Grillo». Sopratutto gli amministratori del Movimento del Cinque Stelle corrono questo rischio.

La maggior parte di giornali e tv non attende altro perché pressata da Poteri che faranno il possibile per mettere in cattiva luce il fenomeno Cinque Stelle. La stampa dimenticherà ben presto i nauseanti giochi che si celano nei palazzi del potere e nei partiti per linciare il Movimento.

Vedrete, al minimo errore scatteranno processi e accuse aspre contro il grillino di turno. Le prove generali stanno già avvenendo con la messa in croce del sindaco di Sarego per la questione dell'aumento delle tasse e con le manovre che si celerebbero dietro le scelte degli amministratori di Parma.

Grillo, che fesso non è, lo ha capito bene e si sta affannando a tamponare qualsiasi focolaio poco chiaro, monitorando ogni rivolo dell'universo Cinque Stelle on line. Ha davanti a sè un lavoro enorme. Perchè siamo solo all'antipasto.

mercoledì 23 maggio 2012

Più poveri e più incazzati

La profezia di Latouche si va avverando. «La crisi - disse lo scorso gennaio il filosofo francese ai microfoni di Servizio Pubblico - potrebbe segnare la fine del capitalismo per come lo conosciamo, a vantaggio di una forma di fascismo che consenta ai ceti alti di mantenere il loro tenore di vita».

Ieri l'Istat ha stimato che quest'anno il prodotto interno lordo subirà una flessione dell'1,5%, per effetto di una contrazione dei consumi pari al 2,1% e una flessione degli investimenti del 5,7 per cento. Poi nel 2013 ci potrebbe essere qualche segnale di ripresa. Intanto ci arriveremo più poveri, infelici ed incazzati.

Tutto questo mentre i parlamentari non ne vogliono sapere di tagliarsi i privilegi, i manager di Stato continuano ad avere stipendi assurdi, i Grandi Patrimoni restano intoccabili. Questa giostrina non potrà durare, il vento spirato alle amministrative è un segnale inquietante per i supporter (sordi) della Casta, vero emblema dell'antipolitica.

martedì 22 maggio 2012

Cinque Stelle=Lega: equazione infelice

Chi continua a sentenziare che il Movimento Cinque Stelle sia omologo alla Lega Nord versione anni '90 continua a non capire da dove proviene la linfa che irrora il Movimento.

Bossi è esploso quando ha iniziato a propinare al Paese, fresco del ciclone Tangentopoli, che Roma è ladrona, che al Sud sono terun sfaticati, che la Padania è mito d'efficienza, che gli extracomunitari sono tutti pericolosi e molte altre robe simili. Bossi aggregava le folle, diffondendo in modo piuttosto rozzo il verbo leghista fatto di molte leggende metropolitane.

Il Cinque Stelle non è nato nei circoli reali ma in quelli virtuali. Non è nato nella piazza reale ma sul web. La differenza è notevole perché sul web circola quello che si occulta nelle piazze reali, spesso infarcite di demagogia. I grillini si sono nutriti di quei contenuti multimediali che hanno svelato le nefandezze del Sistema Malato Italia. Che hanno certificato come Milano sia ladrona quanto Roma, come al Sud non ci siano solo pericolosi terroni, come la Padania non è solo un'isola felice.

Multimedialità, condivisione, social network, potenza della Rete: cosa c'azzeccano con la Lega Nord?

lunedì 21 maggio 2012

Pizzarotti ha vinto ben oltre il voto di protesta

Altro che voto di protesta, altro che demagogia. Chi ha sottovalutato il Movimento Cinque Stelle si trova smentito dei fatti. Accostamenti abbastanza grossolani a Lega Nord e Uomo Qualunque si sfarineranno nel corso del tempo perché di Parma e Pizzarotti ce ne saranno molti altri.

«Solo negli anni a venire sapremo se il Movimento Cinque stelle sarà parte (e quale parte) di quel grande cambiamento di cui ha bisogno il Paese», scriveva un attento osservatore come il direttore de ilfattoquotidiano.it Peter Gomez. Piaccia o non piaccia è così, nei confronti del Cinque Stelle stanno maturando aspettative nuove.  C'è voglia di respirare aria diversa, di rompere gli schemi e costruire un'alternativa all'esistente.

E adesso viene il bello. Per far crescere una nuova idea di politica (e qui riprendo sempre un passaggio di Gomez) molto dipenderà «dalla qualità, le capacità e la volontà, dei cittadini» che hanno scelto il Cinque Stelle. Pizzarotti dovrà dare tutto se stesso per trasformare Parma in un Laboratorio Nazionale di buona e corretta amministrazione.

venerdì 18 maggio 2012

Vecchie volpi e GIOVANE CLASSE DIRIGENTE

Un dossier della Coldiretti sostiene che in Italia l'età media della classe dirigente impegnata nella politica, nell’economia e nella pubblica amministrazione, sia la più alta d'Europa (59 anni). Tra i dati più rilevanti, solo un deputato su 630 ha meno di 30 anni e appena 47 sono quelli under 40.

Insomma Coldiretti fotografa con i numeri una realtà scontata nei fatti. La classica circostanza omertosa in cui "tutti sanno e tutti restano in silenzio", corrucciati nel proprio recinto, in penombra. Perché ovviamente ognuno vuol garantire se stesso e i "propri cari" (intesi non solo come nucleo familiare). D'altro canto parliamo di vecchie volpi che si sono fatte le ossa nella Prima Repubblica.

Governo Monti, età media 64 anni
Da quando mi occupo di giornalismo politico non ho conosciuto uno, e dico un solo parlamentare che, insieme al suo staff, non sia avvinghiato nella fittissima rete di associazioni-fondazioni-enti pubblici-enti privati. Una ragnatela assurda di contatti, amicizie, conoscenze che nel lungo periodo fa da garante alla propria presenza sulla scena istituzionale.

Ora che il Sistema Italia è al collasso, la crisi morde e i cittadini sono sempre più seccati dall'assistere a questi giochini spesso smascherati attraverso il web, ecco che si levano urla e allarmismi eccessivi contro chi sta provando a costruire una classe dirigente alternativa, dove il giovane di turno ha la "pecca" di non avere il padre nel cda della fondazione A, di non avere l'amico dell'amico assessore all'ente B,  di non avere la zia nel direttivo provinciale del partito C, ecc…ecc…ecc…

giovedì 17 maggio 2012

Lusi, Bossi & co., quella è ANTIPOLITICA

Marco Travaglio, abile e preparato collega, nel corso dell'ultima puntata de L'Infedele su La7 ha stilato un lunga lista di ciò che dal suo punto di vista è "antipolitico". Un elenco di fatti, persone, episodi, tutti profondamente reali e che forse hanno l'unica pecca nell'essere troppo appiattiti sulla telenovela berlusconiana.

Magari Travaglio poteva girare maggiormente il coltello nella piaga di DUE VICENDE che in questo momento stanno affossando ulteriormente quel che resta di un vasto ceto "politico" in panne. 1) La resa dei conti dell'ex tesoriere Lusi che spara a zero su Rutelli, Renzi e Bianco; 2) Bossi & The Family che sono indagati per truffa.

SI TRATTA DI DUE CASI TRISTISSIMI DI ANTIPOLITICA ALLO STATO AVANZATO.

La politica è al servizio dei cittadini, l'antipolitica è al servizio di interessi personali e se ne frega dei cittadini. Che pagano le tasse, si impoveriscono sempre più, e magari si devono pure sentir dire in tv o su quotidiani prezzolati che il problema dell'Italia è l'avanzata di Beppe Grillo...

mercoledì 16 maggio 2012

Cinque Stelle, finalmente una lettura POLITICA

Il professor Ilvo Diamanti, presidente di Demos, nonché autorevole docente di sociologia politica all'Università di Urbino, in riferimento al Movimento Cinque Stelle, afferma: «La tendenza - e la tentazione - diffusa è di etichettarlo come un fenomeno "antipolitico". Equivalente e alternativo rispetto all'astensione. Una valutazione - argomenta Diamanti -  che mi sembra poco convincente.

Ilvo Diamanti
A) Perché è comunque un soggetto "politico" che ha partecipato a una competizione democratica chiedendo e ottenendo voti. Facendo eleggere i propri candidati.

B) Poi perché il suo successo deriva, sicuramente, dalla critica contro il sistema di Grillo, ma anche dal fatto che il Movimento ha coagulato gruppi e leader attivi a livello locale. Impegnati su questioni e temi coerenti con quelli affrontati nel referendum di un anno fa. Collegati alla tutela dell'ambiente, ai beni pubblici. Alla lotta contro gli abusi. Progetti di "politica locale" promossi da persone estranee a interessi privati e a lobby. Per questo credibili, in tempi scossi da scandali e polemiche sulla corruzione politica.

C) Infine, perché i loro elettori sono tutto fuor che "impolitici". Mostrano un alto grado di interesse per la politica (sondaggio Demos, aprile 2012). Certo, un terzo di essi, alle elezioni politiche del 2008, si è astenuto. Ma il 25% ha votato per il Pd e il 16% per l'Idv. Il Movimento Cinque Stelle, per questo, rivela il disagio verso i partiti (….)

Con questi partiti, questi leader, questi schieramenti, queste leggi elettorali e con questo sistema istituzionale - conclude Diamanti - temo che passeremo ancora molto tempo a discutere di antipolitica. Per mascherare la miseria della politica».

Peccato che il prof. Diamanti in questa sua puntuale analisi dimentichi l'IMPORTANZA DETERMINANTE DELLA RETE PER SVILUPPARE IL MOVIMENTO, INTESO COME ALTERNATIVA ALL'ATTUALE SISTEMA POLITICO-PARTITICO. Senza la rete, lo sdegno collettivo e la volontà di comune di smuovere il Sistema Malato non sarebbero mai sorte.

martedì 15 maggio 2012

La forza (incompresa) della Democrazia Digitale

Il presidente di Swg Robert Weber su L'Unità fa una disamina del Movimento Cinque Stelle evidenziando le eterogeneità tra gli iscritti e i roboanti programmi elettorali. Una descrizione che può risultare interessante, ma che lascia pensare ad un pentolone dove ribolle di tutto, che può esplodere da un momento all'altro se non ben monitorato dalla "guida" Grillo.

Al Presidente Weber si potrebbe far notare che i sostenitori del movimento saranno pure molto diversi da loro, ma c'è un'unica linfa che li accomuna e che continua ad essere, a mio avviso, clamorosamente sottovalutata dagli eminenti analisti: LA CONDIVISIONE DEI CONTENUTI ATTRAVERSO LA RETE. Gli elettori del Cinque Stelle sono persone culturalmente "avanti" grazie alla  DEMOCRAZIA DIGITALE.

Se fino a qualche anno fa tv e giornali dettavano la scaletta delle notizie, ora la LEADERSHIP DELL'INFORMAZIONE SI STA SPOSTANDO SULLA RETE.
Ed è in questo "mondo nuovo" che si possono apprendere con semplicità le più palesi nefandezze del Sistema Italia. Il popolo del Cinque Stelle, attento conoscitore dei rivoli della Rete, legge la lista delle pensioni d'oro dei parlamentari italiani; ascolta le intercettazioni di Lavitola e Tarantini, noti frequentatori dei Palazzi del Potere; conosce il nome e la carriera ricca di intrecci e amicizie "pesanti" del manager statale di turno che guadagna 300mila euro all'anno; scruta i verbali del costruttore che ricorre all'amicizia istituzionale per incassare l'appalto.

Da tutto ciò non può che generarsi un profondo senso di SDEGNO COLLETTIVO verso il Sistema Italia "gravemente malato", con la conseguente ricerca di modelli democratici alternativi a quello esistente. Da qui il decollo del Cinque Stelle che lega la sua espansione in meno di tre anni alla moltiplicazione delle VERITA' DIVULGATE DALLA RETE. Altro che demagogia e antipolitica...

lunedì 14 maggio 2012

Antipolitica e Cinque Stelle: quali sono le radici del fenomeno?

Seguo con attenzione il cosiddetto fenomeno dell' "antipolitica" dal 2009. Cioè da quando è nato il Movimento Cinque Stelle su cui oggi si moltiplicano le analisi di eminenti politici, politologi e giornalisti prezzolati.

Così ho deciso di fondare il "Diario antipolitico" per offrire ai lettori della rete un'idea diversa del fenomeno, rispetto alle solite litanie che si leggono quotidianamente su giornali cartacei, on line, o che si ascoltano in radio e in tv ("l'antipolitica cresce perchè c'è la crisi dei partiti, Grillo è come Bossi, bla bla bla bla bla bla).

Ritengo che la PREMESSA per comprendere le ragioni del fenomeno Cinque Stelle sia duplice: una PROFONDISSIMA CRISI DEL SISTEMA "INIQUO" ITALIA (e non dei partiti e della politica) e l'allargamento delle conoscenze attraverso la RETE, sfruttando LA CONDIVISIONE DI CONTENUTI (sulle ali della cosiddetta "legge di Zuckenberg", «ogni anno i contenuti condivisi in rete raddoppiano le utenze»).

Questo Blog si muoverà in quella duplice direzione, con l'obiettivo di FAR RESPIRARE L'ARIA DELLA RETE CHE E' MOLTO, MA MOLTO DIVERSA DA QUELLA DEI LUSSUOSI PALAZZI DEL POTERE....