Victor Hugo |
Questa premessa è necessaria perché rappresenta una lezione utile a rovesciare la profezia di Marco Travaglio, che attualmente è il giornalista più popolare in Italia grazie ai due milioni di sostenitori incassati tra social network e più in generale tramite il web.
Travaglio in un'intervista al settimanale "Oggi" sostiene questo: «Grillo al governo? Non credo: i poteri forti veri che ci sono in Italia, da sempre garantiti da centrodestra e centrosinistra, non si lasceranno scalzare, s’inventeranno qualche soluzione gattopardesca per vincere ancora».
E ancora: «Su Grillo per ora ho un giudizio positivo, ha dato a tanta gente l’occasione per fare politica e ha messo un freno all’astensionismo. Ora è spaventato. Nel giro di dieci giorni è passato dal 7-8 al 20 per cento. Non saprebbe quale premier indicare, come fare un governo».
Sull'elettorato del Cinque Stelle, Travaglio dice: «Il 20 per cento è roba da cento deputati, ovvio che il M5S dovrà cambiare pelle, porsi il problema delle alleanze, darsi un programma completo, comporre le liste. Grillo non può continuare a rispondere “vedremo”; dovrà rinunciare a idee folli come l’attacco all’euro o la sacralità della Rete. Se vuole avere un successo elettorale uniforme sul territorio, in tv qualche volta dovrà tornarci per arrivare a tutti».
La rivoluzione "politica" ha bisogno di coraggio, tanto coraggio, un pò di buona sorte e forze fresche con teste pensanti diverse da quelle della gran parte dei politici attuali. Il Movimento sta viaggiando in quella direzione. Cambiare la "pelle" significa snaturarlo completamente e deludere una fetta consistente del suo elettorato. Se la rivoluzione "politica" deve avvenire, ben venga il mutamento radicale su cui punta il Cinque Stelle, ma se il Paese vuol vivere nell' "oppressione" e conservare nei prossimi anni logiche clientelari, raccomandazioni a raffica, manager statali superpagati, giochetti dei Poteri Forti ecc, ecc, allora ci resti pure. Ma le conseguenze saranno disastrose.